ORATORIO OGGI - “L’ORATORIO DELLA DOMENICA” e non solo…
Finalità del progetto e linee guida.
È il tentativo di offrire ai bambini e ai ragazzi ciò che nessuno offre più: uno spazio e un tempo di libertà in cui poter fare dei giochi e delle attività spontanee, pensate e organizzate da loro, un luogo di incontro e confronto con i coetanei, vigilato e accogliente.
Fare in modo che bambini, pre-adolescenti e adolescenti possano riconoscere nell’Oratorio
un luogo di riferimento e di educazione umana e cristiana. I bambini hanno bisogno di ambienti strutturati in cui apprendere delle abilità (motorie, intellettuali, linguistiche), nulla da eccepire quindi sul fatto che frequentino le palestre, coltivino la musica e imparino le lingue; devono però poter fare anche altri tipi di esperienze(essenziali per la loro crescita!), non programmate nei dettagli dagli adulti. Certamente hanno bisogno di sentirsi amati e guidati dai genitori, di trovare a casa e a scuola dei modelli di riferimento da imitare, hanno però anche bisogno di spazi di libertà in cui poter fare dei giochi e delle attività spontanee, pensate e organizzate da loro.
Ciò è possibile se si rispettano i loro ritmi di crescita e i loro tempi; ritmi e tempi che nei bambini sono più vicini a quelli della natura che a quelli delle tecnologie.
LE POTENZIALITÀ DEL GIOCO.
Quando non si sentono costretti all’interno di un programma o imprigionati in rigide tabelle di
marcia, possono dare più spazio alla fantasia.
Il gioco spontaneo ha delle potenzialità peculiari che non ritroviamo nelle attività strutturate (sia pur valide) proposte dagli adulti. Una delle potenzialità del gioco spontaneo è,per esempio, quella di liberare gli spazi mentali e fisici consentendo ai bambini di recuperare, di curare piccole ferite psicologiche, di trovare sul piano della fantasia (giochi simbolici) adattamenti e soluzioni che nel mondo reale non sono raggiungibili.
Un’altra potenzialità riguarda il poter esplorare il mondo da diverse angolature, senza l’urgenza creata da un programma da eseguire correttamente seguendo una direzione prestabilita. I bambini che giocano sperimentano vari ruoli a seconda di quelle che sono le esigenze del momento.
«Facendo finta di...» non attribuiscono a un insuccesso un valore assoluto.
Bisogna saper cogliere le valenze nascoste dei diversi giochi. Giochi spontanei, apparentemente privi di obiettivi, come correre, saltare, tirar calci al pallone o lanciarlo nel canestro non sono soltanto fonte di divertimento, consentono anche di esprimere la propria singolarità, di acquisire sicurezza, coraggio, autocontrollo. Servono anche per posizionarsi socialmente, per ottenere, una capacità comunicativa basata sulla reciprocità.
IL GRUPPO DEI PARI.
Incontrare altri bambini, senza che ciò risponda a una programmazione e al di fuori dello stretto controllo degli adulti è un’esigenza dei bambini stessi.
I ragazzi sperimentano due forme di socializzazione molto diverse. I rapporti con gli adulti sono caratterizzati da reciprocità “complimentosa”. Tra bambini è invece la reciprocità “simmetrica”, dove tutti sono ugualmente liberi quando affrontano delle controversie tra loro, e sono costretti a fare delle concessioni e a cooperare perché nessuno può reclamare l’autorità finale.
Entrambe le forme di socializzazione sono importanti. Quelle tra ragazzi alimentano il pensiero creativo, la sensibilità sociale e l’autonomia di giudizio. All’interno del gruppo, ad esempio, essi imparano come fare amicizia, come mantenerla o romperla, come fare la pace dopo avere litigato, l’arte della trattativa e la capacità di risolvere i conflitti. Solo i coetanei possono insegnare queste abilità, grazie al sentimento di uguaglianza che li accomuna. I bambini imparano a evitare l’isolamento e il rifiuto confrontandosi da soli con i compagni, senza l’interferenza degli adulti. I bambini hanno anche bisogno di spazi – fisici e mentali – dove possano muoversi seguendo i propri tempi, ritmi e inclinazioni e incontrarsi tra loro. Riempire tutti gli spazi con delle attività strutturate non è né “necessario”, ma lo è ancor meno riempire il tempo libero dei bambini con interminabili sedute quotidiane, dentro casa, di fronte allo schermo televisivo.
Con la consapevolezza che l’oratorio è solo una tra le tante proposte educative…
P.S. sul prossimo nr. parleremo dell’aspetto spirituale e dell’organizzazione. d. Moreno